La Medicina Antroposofica deriva dall’Antroposofia, movimento fondato da Rudolf Steiner all’inizio del secolo scorso. Al pari di Omeopatia, Ayurvedica e Agopuntura rientra nelle medicine non convenzionali (MNC) riconosciute dal Ministero della Sanità. Si occupa di cercare nei sintomi e nella biografia del paziente i segni dello squilibrio che porta alla malattia. In questo modo non solo si propone di curare le patologie ma anche di prevenirle.
Diversamente dall’Omeopatia che sottolinea qual è il meccanismo patologico in atto, la Medicina Antroposofica suggerisce all’organismo il principio “sano” a cui fare riferimento.

Che cosa cura?

Più che chiedersi cosa cura bisognerebbe chiedersi chi cura: l’essere umano.
Le patologie di cui si occupa la Medicina Antroposofica vanno dalle cure dei neonati e delle donne in gravidanza fino all’adulto per la cura di svariate malattie, da quelle croniche a quelle più acute fino all’assistenza del fine vita.
Per le patologie più gravi che necessitano delle imprescindibili cure allopatiche, la Medicina Antroposofica affianca le terapie convenzionali con rimedi che aiutano l’organismo stimolandone le forze di guarigione e contrastando gli effetti collaterali che a volte accompagnano i trattamenti più aggressivi.

Farmaci utilizzati

I rimedi utilizzati derivano dal regno animale, dai vegetali e dai minerali, dinamizzati in modo simile all’omeopatia, o ponderali come i fitoterapici.
Sono assunti per bocca, come iniezioni o come unguenti locali.
Vengono usati anche rimedi tipici antroposofici.
Spesso vengono prescritte anche terapie più individuali, biografiche.

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