Nell’epoca attuale abbiamo da molti punti di vista un attacco al calore umano (a dispetto del riscaldamento globale…).
Da un lato l’abitudine ad usare antipiretici in ogni caso: non possiamo sopportare di avere la febbre, mai. Ma così costringiamo il corpo fisico a raffreddarsi, anche quando la febbre è utile coadiuvante nel processo di difesa immunitaria nel corso di un’infezione; anche quando accompagna una piccola infiammazione, una reazione allergica o simili, e passerebbe spontaneamente in breve tempo.
D’altro canto riduciamo in generale fortemente l’attività muscolare, che crea calore, sostituendola con attività mentale (fredda!), e col movimento veramente minimo dei polpastrelli per digitare su schermi, tastiere, o del polso col mouse, o simili.
Perfino la luce delle lampade recenti tende spesso ad essere fredda di tonalità di colore, e sempre a bassa temperatura.
Poi coltiviamo il sentimento in ambiti sempre più astratti e virtuali (TV, video, musica riprodotta), e così pure gli incontri umani (social, cellulari) sono sempre meno diretti e meno coinvolgenti di come sarebbero con autentici sguardi.
Anche l’esercizio fisico è per lo più sportivo o peggio confinato in palestra, così un buon movimento viene raffreddato dalle regole o trasformato in ripetizione meccanica con uno scopo solo muscolare o estetico. Fitness puramente materiale, che muove poco vero entusiasmo. Proprio l’entusiasmo, che rafforza il calore umano, è un’emozione che scarseggia oggi. Ci si vergogna perfino di provarlo.
In questo quadro si diffondono malattie corrispondenti, cioè fredde, croniche, spesso non mortali subito, ma noiose, logoranti.

Ad esempio abbiamo influenze, come quest’inverno, lunghe, con sintomi svariati poco riconoscibili, ricadute multiple, spesso non con sintomi sfumati, senza o con pochissima febbre, assolutamente noiose e veramente poco curabili, nemmeno con farmaci “chimici” aggressivi, adatti solo ai casi molto seri e acuti. Milioni di persone che stanno più o meno male per mesi, e non possono farci sostanzialmente nulla.
E poi ci sono tutte le malattie gravi, infarti, ictus, tumori, malattie metaboliche, malattie autoimmuni: sostanzialmente quasi tutte le cause di morte odierne sono collegate più o meno direttamente con situazioni croniche, sclerotiche (arteriosclerosi!), in ultima analisi fredde.
Infatti la morte per infezione fulminante con febbre altissima è divenuta oggi molto rara, e d’altra parte abbiamo farmaci chimici molto potenti per quei casi.

Per ovviare a questa tendenza, oltre a cercare di rispettare la malattia, e riposarsi quando si è ammalati, che è la cura più bella, cosa fare? Come semplici esempi, possiamo coltivare il calore fisico e umano in vari modi: una passeggiata nella natura, un’attività artistica fruita o meglio ancora attuata in prima persona (cantare, suonare, fare euritmia, dipingere, teatro, cucinare, o altro), leggere un libro appassionante, incontrare amici o parenti guardandosi negli occhi, creare e operare con le mani; ma anche cercare attività professionale o volontaria per quanto possibile riconosciuta da sé stessi come sensata e utile.
Questo è molto importante, ma se abbiamo freddo fisicamente possiamo aggiungere bagni, pediluvi, impacchi caldi (sul fegato dopo cena, ad esempio), o borsa d’acqua calda. Inoltre, se necessario, il vostro medico vi consiglierà medicamenti adatti. E aggiungere ai cibi qualche volta spezie delicatamente riscaldanti come lo zenzero.

Scopriamo così il collegamento tra calore fisico e calore dello spirito, con sentimenti anch’essi caldi, che oggi sono reali portatori di benessere in senso profondo e ampio.

Francesco Forcellini

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